I pie¬ni e i vuo¬ti
Uno studio attento e rigoroso dello spazio è prioritario nel miglioramento della vita quotidiana, nelle molteplici conseguenze che può implicare dal punto di vista ambientale, culturale e sociale.
L’architettura di Casa C ha come base fondante l’atto dello scavo, il togliere materia e di aggiungerla, la sottrazione di volumi ad una forma definita a priori: Un sistema compositivo basilare che torna in svariate opere di Ram Associati, siano esse case d’abitazione, architetture urbane o progetti che si relazionano con il paesaggio.
Nel progetto in questione riguarda la cura nella definizione dei vuoti che determina, a prescindere dalla loro natura – un volume – e dal loro livello di complessità morfologica e frammentazione spaziale.
L’impronta volumetrica di Casa C scaturisce da un’attenta analisi sul soleggiamento incidente sulla stessa.
Il piano terra, apparentemente mascherato sul fronte strada, si apre per la maggiore sui fronti est ed ovest, “catturando” di fatto il quantitativo necessario di luce nelle prime ore della giornata ed in quelle pomeridiane.
A caratterizzare il fronte strada, esposto a sud, i tre elementi primari: Il grande occhio vetrato al piano primo, il landmark verticale ed il volume “poggiato”.
Il concetto prende forma dall’idea di un basamento quadrangolare per l’appoggio di un piano in elevato, posto al centro del lotto.
L’edificio, che presenta al livello superiore una pianta “frastagliata” seppur nella sua semplicità, si libera più in alto da questa forma e proietta dei corpi in aggetto verso lo spazio esterno; uno di questi corpi si trasforma in un cubo bianco.
Superata la soglia, si riesce ad abbracciare con un colpo d’occhio tutti gli spazi principali interni della casa mentre alcune aperture ritagliate nell’involucro in posizioni precise si aprono sui pochi spazi di pregio individuati all’esterno dell’edificio.
Dal livello di entrata, dove sono inserite le funzioni a giorno, una scala monolitica in vetro collega il piano seminterrato con il piano primo; in quest’ultimo trova collocazione l’intera zona notte.
La piscina a sfioro diventa l’elemento cardine dell’area esterna ed i limiti dello spazio esterno completano il concetto dei muri di contenimento: Un alto e fitto perimetro verde quasi un bosco, dove lo sguardo non deve percepire i limiti reali del lotto.