La progettazione per il recupero ha mirato alla “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”:
- Preservare i valori del paesaggio rurale storico attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni della cultura materiale e immateriale e al mantenimento e rispristino della qualità paesaggistica del luogo;
- Promuovere la creazione di iniziative e attività legate ad una fruizione turistico-culturale recettiva sostenibile, alle tradizioni e alla cultura locale.
Detta tipologia di architettura rurale è ben individuabile proprio negli edifici ed insediamenti che siano testimonianze significative della storia delle popolazioni e delle comunità rurali, delle rispettive economie agricole tradizionali, dell’evoluzione del paesaggio.
Ed è proprio il recupero di detto manufatto a cristallizzare i criteri progettuali sugli elementi basilari mediante la reinterpretazione del linguaggio architettonico tipico in una chiave decisamente contemporanea.
Relativamente all’entità architettonica del nuovo manufatto, al linguaggio ed alla cromia degli stessi materiali, l’approccio progettuale ha teso a conservare l’esistente ed apportare le modificazioni in modo che queste risultassero coerenti, profondamente ancorate al contesto, ricche di richiami formali con la tradizione.
Nel pieno rispetto dell’asciutta composizione dell’edificio esistente, il progetto è partito dal principio della sua conservazione totale e della sua valorizzazione entro il nuovo costruito.
La nuova opera edilizia si pone in continuità con la preesistenza e, avvolgendola, enfatizza lo sviluppo altimetrico del solido stereometrico, in un processo di aggregazione seppur non volumetrica.
Le scelte compositive sono di qualità e conferiscono all’opera notevole importanza architettonica, che si coglie nella rivisitazione dei linguaggi espressivi della tradizione, in una lettura semplice ma moderna, nonché nella chiarezza del dettato e nel sapiente uso del materiale esterno lapideo: con la sua densità si alterna aritmicamente alla fragilità dei vuoti.
Di particolare interesse è il ritmo impresso della facciata est, quella che segna e si presenta quasi come un accenno di muro divisorio che idealmente continua oltre, ad abbracciare tutto il terreno: è un limite nel senso proprio del termine, le cui dimensioni, che appaiono ridotte nella vastità dei campi, acquisiscono anche un valore simbolico.
La facciata si caratterizza per la particolare lavorazione dei setti verticali in tufo (elementi architettonici presenti sui quattro lati dell’edificio) e per la scansione delle aperture: quadrate che
esibiscono un intonaco color bianco e rivelano la differente composizione materica con gli elementi su citati.
Ai lati, oltre le dimensioni del nuovo edificio, la facciata continua in muri liberi: setti verticali che si alzano interrotti da aperture squadrate e che finiscono per disegnare un colonnato sul lato sud-ovest.
La facciata diventa una quinta che tende a smaterializzarsi verso i lati, quasi a cercare il contatto con la terra, a nascondere in essa la sua raziocinante, misurata presenza che si racconta per linee geometriche.
Il nuovo edificio appare evidente sul lato opposto quello che a sud guarda verso l’agro e gode la piena luce solare, mentre ad est si appoggia e si protegge seminascosto nella facciata liminale.
Proprio nell’uso dei materiali principali da costruzione si ritrova il “genius loci”.
Si tratta di una continuità più culturale che morfologica, anche se nell’opera si possono ritrovare alcuni elementi del linguaggio vernacolare locale, ad esempio: la copertura piana, l’adozione di ampie superfici murarie cieche in cui occhieggiano piccole aperture per le finestre, gli architravi lineari, elementi murari esterni in tufo a vista.
Il tufo, posato in opera a corsi sfalsati, richiama immediatamente il linguaggio espressivo della tradizione costruttiva locale.
La tessitura muraria è ricca di stimoli percettivi, laddove la variazione chiaroscurale delle superfici segue la mutevolezza cromatica e di intensità della luce del giorno.
I muri in tufo non si limitano a rappresentare l’elemento di mediazione esterno-interno della casa, ma si prolungano anche oltre la loro funzione principale, fino a costituire anche un elemento strutturale.
Sul lato est, il muro è perforato da grandi aperture che incorniciano una splendida vista sul sorgere del sole.
Sui restanti tre lati, le aperture trilitiche estendono simbolicamente l’apparato murario, anche qui permettendo di godere il magnifico panorama agrario inquadrato dai “quadrati di pietra”.